mercoledì 30 settembre 2015 | By: Unknown

Parigi è uno stato d'animo



Tutto è iniziato il giorno del mio compleanno, il 20 maggio di quest'anno. Ero arrabbiata perché quasi nessuno tra i miei amici mi aveva fatto gli auguri e perché non avevo ricevuto nessun regalo. Lo so, lo so, a volte sono proprio una bambina. Poi arriva la sera del 20 maggio, Alessio mi porta al mio pub irlandese preferito, il Joy's, et voilà: i miei migliori amici e la mia famiglia sono lì, seduti intorno a un tavolo. Gabriele, Pietro, Ilaria, Eleonora. I miei cognati, i miei suoceri, i miei genitori. Alessio. E poi Parigi, in una busta che mi viene consegnata prima della cena. Biglietti per Parigi, 25-29 settembre. Chi mi segue da tempo sa quanto io ami la capitale francese (basta leggere Paris calling, un mio articolo scritto quasi un anno fa) e dunque può immaginare anche la mia faccia quando ho aperto la busta. Chi ti ama sa sempre cosa regalarti.

Insomma, siamo stati a Parigi. Abbiamo anche lavorato, ovviamente (la nostra casa editrice non ha un nome francese per puro accidente) e ora siamo tornati a casa, non senza aver prima riempito di foto la memoria di Shaunee, la mia adorata Fujifilm. Mi dispiace di non essere riuscita a tenere un diario di bordo costantemente aggiornato come ho fatto altre volte, ma il wifi dell'albergo faceva le bizze e, lo ammetto, sono anche stata presa da pigrizia parigina doc. Ah, parentesi fashion: è proprio vero ciò che dice questo libro! Le (vere) parigine escono sempre coi tacchi ai piedi (non esageratamente alti, è ovvio, ma comunque tacchi), fumano e bevono caffè lungo. Vero, vero, vero.

stanza 604, Hotel Bellevue


uno dei bar della Gare du Nord

Sacré-Coeur

E insomma abbiamo vagato come Flaneurs, per l'appunto, per una Parigi che conoscevamo già ma che è stato bellissimo rivedere, riscoprire, rivivere. E' stato meraviglioso visitare per la prima volta la Shakespeare&Co. La sognavo da tantissimo tempo e non riesco a descrivervi l'emozione che si prova quando si entra in un posto così ricco di libri, di storia, di piacere di scrivere e di leggere. Legno ovunque, mobili vintage, scale strettissime con citazioni dipinte sui gradini e macchine da scrivere. Il paradiso.

La Shakespeare's&Co.


Soggetti strani davanti all'Arc de Triomphe

Altri soggetti strani: io e Ilaria nel bagno del McDonald. Due baresi che s'incontrano a Parigi

Cibo (troppo) dolce da Starbucks

Io e Stendhal. Diciamo che ho la macabra abitudine di farmi scattare foto accanto alle tombe. E sorrido, anche.

Renan

"Ehi, Marcel, me la porti 'sta tazza di tè con le madelaine, sì o no?"

Facce felici di girare per cimiteri. "Perché io sono viva e loro no"

La coca cola verde. Che poi era uguale alla rossa. Che poi era uguale alla Pepsi.


Ultima foto in assoluto (ma ce ne sarebbero tante altre, soprattutto quelle del Centro Pompidou): la nostra stanza inondata di sole alle otto del mattino. Dalla foto non si sente, ma c'era anche un ottimo profumo di cornetti appena sfornati.


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