venerdì 9 novembre 2012 | By: Unknown

Ladra di cioccolato - Recensione.

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L'arte culinaria o il grande mercato gastronomico? L'amore o gli affari? Sembrano essere questi i dilemmi che attanagliano Sylvain, affermato artista parigino del cioccolato. A sconvolgergli i sonni è Cade, americana, erede di un'importante industria che produce cioccolato, pronta a tutto pur di far affari con Sylvain. Pur di ottenere le ricette del famoso chocolatier, Cade è disposta a rubarle e a portarle con sé in America, dove le utilizzerà per elevare ancora di più il nome dell'industria di suo padre. Tuttavia, la sicurezza e l'ambizione della donna vacillano nel momento in cui si rende conto di essere irrimediabilmente attratta dal fascino francese di Sylvain e da quel mondo di dolci aromi che lo circonda. A quel punto, Cade dovrà fare una scelta: lasciarsi andare alle mani esperte del più famoso cioccolatiere di Parigi, o restare ferma nei suoi principi da gelida donna d'affari?

Partiamo da un presupposto: questo romanzo mi ha spinta a comprare delle formine per cioccolatini artigianali a forme dei dinosauri di La valle incantata, ma questo è un altro discorso. E' una storia d'amore, quella che ci scrive Laura Florand, ma la sua bravura consiste nel mostrarci le diverse facce del sentimento più famoso del mondo: quella ideale e quasi platonica tra uomo e donna ma anche quella carnale, nonché l'amore per il proprio lavoro - o per la propria arte, nel caso di Sylvain - l'amore per il bello e, perché no, per il cioccolato. Cade rappresenta, in fondo, l'intero mondo opportunista del mercato, eppure lo fa in senso positivo: alla fine, la donna si rende conto dell'errore che ha commesso, e l'amore per Sylvain la porta ad apprezzare l'arte del cioccolato, e non solamente la sua commercializzazione. Insomma, un libro veramente interessante, molto più profondo di ciò che ci si potrebbe aspettare. E, soprattutto, è un romanzo ideale per trascorrere qualche ora piacevole in compagnia di una cioccolata calda e di una coperta sulle gambe.

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